Qualsiasi comunicazione risente in modo determinante dal contesto di riferimento; questo è il motivo per cui messaggi e media che in passato erano sicuramente efficaci oggi lo sono molto meno.

La giustificazione che viene data dagli esperti di Comunicazione fa riferimento alla complessità dell’attuale scenario cioè al contesto di riferimento.

Andiamo allora a vedere perché in presenza di un contesto molto più articolato e complesso sia indispensabile ripensare tutto il nostro modo di comunicare e sia addirittura controproducente utilizzare i nuovi canali per veicolare messaggi senza prima aver compreso a fondo il nuovo paradigma.

Iniziamo sùbito questo viaggio avventuroso che ci porterà, con una serie di post, alla scoperta della Comunicazione nel mondo di oggi ovvero l’era post-digitale.

La complessità dello scenario è data da diversi fattori ed è un classico caso in cui il risultato finale è di gran lunga maggiore rispetto alla semplice somma delle sue parti.

In primo luogo, abbiamo assistito a una crescita esponenziale delle interazioni e della interdipendenza fra i soggetti coinvolti nello scenario comunicativo.

Nel mondo post-digitale siamo sempre Always on ovvero siamo inseriti in un flusso comunicativo costante e questo ha rappresentato una novità assoluta le cui implicazioni più sottili e rilevanti sono ancora difficili da cogliere appieno.

Il mix di comunicazione si è enormemente arricchito sia per i consumatori sia per le aziende.

Nel giro di qualche decennio si è passati dalla scarsità a un vero e proprio overload informativo.

In più internet, con i social network, ha messo nelle mani dei cittadini consumatori un formidabile strumento che in breve tempo ha letteralmente trasformato i rapporti di forze in campo.

Le aziende, e non solo loro, devono quindi anche fare i conti con l’attivismo sempre maggiore da parte dei cittadini consumatori su tematiche: politiche, sociali, ambientali ed economiche.

Ne scaturisce un dialogo continuo tra le parti che fino a qualche decennio fa era difficile persino da immaginare.

Ma quali sono le implicazioni che questo dialogo, costante e pressante tra aziende e consumatori, comporta?

L’aspetto che approfondiamo in questo post si incentra proprio su questo dialogo che non può essere sottovalutato né tantomeno eluso dall’azienda.

Oggi le aziende devono entrare in un dialogo vero con il proprio pubblico e per riuscirci è necessario:

  • superare il Communication noise;
  • pensare alla comunicazione anche in real time;
  • riconsiderare la dinamica di scena e retroscena;
  • prestare attenzione al complesso del non esserci (FOMO).

 

Vediamo uno ad uno questi fattori.

 

Communication noise

Per Communication noise di intende il rumore di fondo costante dato dall’overload informativo e dal conseguente abbassamento della soglia di attenzione delle persone.

Messaggi che qualche decennio fa arrivavano facilmente al pubblico è probabile che in questo nuovo contesto siano sommersi dal rumore di fondo e non vengano neanche presi in considerazione.

Per entrare in un dialogo è indispensabile quantomeno che il messaggio venga recepito dal destinatario: quindi come possiamo riuscire a fare emergere le nostre comunicazioni?

Rispetto al passato, bisogna comunicare in modo molto più rilevante e specifico, con l’obbiettivo di risolvere un problema reale, cioè avvertito come tale dall’interlocutore, e la finalità di creare una relazione stabile e duratura con il pubblico di riferimento.

 

Real Time Communication

Per Real Time Communication si intende quella comunicazione che prende spunto da fatti, eventi, notizie, ecc. per rendere il messaggio più capace di emergere dal rumore, attrarre l’attenzione e quindi arrivare al destinatario.

La Comunicazione in tempo reale consente idealmente di essere pertinenti, specifici, memorabili.

Concretamente però non bisogna solo rispondere ai criteri della temporalità, ci vuole anche una spiccata attenzione alla qualità del messaggio.

Si possono cioè cavalcare temi di attualità rilevanti per il consumatore solo se sono importanti anche per l’impresa, allineati ai propri valori.

 

Scena e retroscena

Un tempo le aziende avevano il pieno controllo della propria comunicazione e decidevano quindi cosa far conoscere al pubblico e cosa no.

Siamo sicuri oggi di riuscire a far trapelare solo quello che vogliamo che si sappia?

La risposta è assolutamente NO.

Idealmente la persuasione si basa su un’attenta e programmata condivisione di informazioni, emozioni, ecc…

Concretamente, siccome non si può escludere che il consumatore venga a contatto con informazioni diverse da quelle ufficiali, magari veicolate da qualche dipendente interno, oggi più che persuadere il consumatore è necessario coinvolgerlo e soprattutto non nascondere nulla: con internet le bugie hanno le gambe molto corte.

Il comportamento etico deve diventare quindi un imperativo per ogni impresa.

 

FOMO (fear of missing out)

Come posso intercettare tutti i miei pubblici?

Sono costretto a presidiare tutti i canali?

Con l’acronimo FOMO si intende il cosiddetto “complesso del non esserci” dal quale si viene colpiti quando si comprende che il paradigma è cambiato senza però averne colto tutti i risvolti.

A livello ideale è meglio presidiare più canali possibili, tuttavia concretamente occorre avere qualcosa di rilevante da comunicare sui diversi canali e quindi conviene concentrarsi su quelli con un maggior vantaggio costi benefici.

Ogni canale ha sue specifiche caratteristiche, un suo codice e un proprio pubblico quindi creare messaggi, che rispondano ai requisiti di qualità esposti sopra, per ogni canale, richiede un notevole dispendio di risorse.

Con questo primo post abbiamo iniziato a comprendere quanto sia importante per un’azienda il dialogo con il proprio pubblico e abbiamo visto 4 fattori che dobbiamo imparare a padroneggiare per far sì che questo dialogo venga apprezzato.

Nel prossimo post analizzeremo i 3 must per governare la complessità comunicativa e vedremo anche i trend, generali e comunicativi, di cui è necessario tenere conto.

Continuiamo il viaggio insieme!